Sono le 23:48 di sabato sera. Come sempre sono seduto sulla mia poltrona, sotto la finestra, a fissare il muro davanti a me, ascoltando deliziato il ticchettio del grande orologio vicino alla finestra. Aspetto. Ho tutto il necessario per la serata: una coperta, l’orologio da fissare, il telefono a portata di mano. Sono le 23.54. Gongolo. Sotto la mia finestra una festa di quarantenni che si divertono. Perchè c’è un locale sotto la mia finestra. Prima ce n’era un altro, ma poi ha chiuso. Ho passato dei fine settimana molto noiosi, in quel periodo. Poi, qualche mese fa, qualcuno ha dato una ripulita, messo una nuova insegna e ha riaperto. Così ho di nuovo qualcosa da fare, nel fine settimana. Sono le 23:58, prendo il telefono in mano e ripasso mentalmente il numero della municipale. E’ un po’ che non lo faccio, non mi piace essere scontato. Ci ho pensato la sera di Natale, quando il locale era chiuso ho sentito dei rumori strani, mi sono affacciato, c’erano dei tizi che cercavano di buttare giù la porta. Alla fine ci sono anche riusciti, hanno portato via l’incasso. Avevo un po’ paura venissero anche da me, ma forse si sono accontentati del bottino e se ne sono andati. Avevo già il telefono in mano ma quando ho visto così, ho lasciato perdere. Sono le 23:59, comincio a comporre il numero sul telefono. Fremo di gioia. I ragazzi giù si stan proprio divertendo. Col cazzo che li lascio stare fino alla chiusura. 00:00. “Salve, Polizia Municipale? Ci son degli uomini vestiti da donna in centro storico, roba da matti. Musica altissima, schiamazzi. Venite subito o qui parte una denuncia!”.
Vedo in lontananza le luci blu della Polizia, mi dirigo verso il letto. Speriamo arrivi presto venerdì prossimo.
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