Sono mesi che tengo da parte i mie calzini preferiti, a righe blu e verdi. Spaiati. Mesi. Ad ogni lavatrice ne ripongo con grande cura uno in un posto memorabile. “Così quando trovo l’altro so dov’è questo”. Ne stendo uno (il calzino A), sicura che l’altro (il calzino B) sia nel cassetto 1 della cassettiera Spinelli, che d’ora in avanti chiameremo per praticità cassettiera x. Ma è ovvio che nel momento in cui A è asciutto B non è in x1 (il cassetto calzini), nè in x2 (il cassetto mutande e canottiere), nè in x3 (cassetto collant e varie). E non è che uno può perdere una giornata a sondare ogni cassetto quindi mi arrendo e metto A in un posto memorabile. E al sorgere del sole è di nuovo il momento di trovare B nel bucato appena fatto. Di A, non c’è bisogno di dirlo, nemmeno l’ombra. Poi, qui ve l’ho fatta semplice ma dovete sapere che qui abbiamo anche una cassettiera Lacetera, che d’ora in poi chiameremo per amor di sintesi cassettiera y,che è uguale a cassettiera x ma di diverso colore, con altrettanti cassetti y1 (mutande e fazzoletti in stoffa), y2 (calzini invernali, estivi e tecnici), y3 (magliette e varie). Dopo quattro mesi di inutili ricerche e non poche preoccupazioni ero anche arrivata, non più tardi di una settimana fa, a credere che i calzini, in realtà, fossero uno solo, anche se l’istinto mi diceva di continuare a sperare. E niente, stamattina erano - insieme - nel cestello della lavatrice
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